«Vi spiego da dove parte il morbo di Parkinson»

In Svizzera circa 15mila persone sono colpite del morbo di Parkinson. Il Parkinson, dopo l’Alzheimer, è la seconda più grave malattia neurodegenerativa. Ogni scoperta per affrontare tale patologia diventa perciò molto importante. Lo è la scoperta di un gruppo di ricerca internazionale con sede a Cambridge. Ma perché ne parliamo qui e in che cosa consiste tale scoperta? Semplice: anche un giovane ricercatore ticinese ha contribuito a questo risultato, che potrebbe dare in futuro più speranze alle persone colpite.

Stiamo parlando di Thomas Michaels che, dopo gli studi al Politecnico di Zurigo in matematica e fisica (al termine del Liceo di Lugano 1) si è trasferito alla prestigiosa università di Cambridge per un dottorato in biofisica ed è stato coinvolto nella ricerca, diretta dai professori Céline Galvagnion e Christopher  Dobson. Gli abbiamo chiesto di spiegarci i contenuti della scoperta: «Il nostro studio ha identificato il punto chiave nel cervello che dà origine alla malattia di Parkinson. Per la prima volta abbiamo scoperto il punto in cui le proteine nel cervello improvvisamente diventano tossiche: in particolare abbiamo scoperto che esiste una concentrazione critica di una proteina chiamata alfa-sinucleina, che normalmente svolge diversi ruoli importanti nei tessuti nervosi, come per esempio il mantenimento dei segnali chimici nel cervello. Quando questa concentrazione critica di tale proteina viene superata, però, le probabilità che le proteine di alpha-sinucleina cominciano a formare aggregati tossici all’interno dei neuroni cresce drammaticamente. Questo processo di aggregazione delle proteine di alpha-sinucleina e la formazione di filamenti tossici è il primo, cruciale passo nella catena degli eventi che porta allo sviluppo della malattia di Parkinson».

Lo studio rappresenta un altro importante passo verso la comprensione di come le persone sviluppano il Parkinson e su questo aspetto Thomas Michaels cita la ricercatrice e prima autrice dello studio dr. Céline Galvagnion: «Trovare una cura per la malattia del Parkinson dipende dalla nostra abilità di capirlo. Per la prima volta siamo stati capaci di generare una descrizione dei primi eventi molecolari che danno origine alla malattia. Questi risultati ci hanno permesso di formulare una spiegazione possibile di come avvengono i primissimi passi che portano al Parkinson». Lo studio è stato di recente pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature Chemical Biology.

Thomas Michaels nel suo dottorato in biofisica si interessa di capire i fenomeni fisici che stanno alla base della formazione di strutture complesse in biologia, partendo da sub-unità semplici, come le singole proteine. Per questo è stato associato alla ricerca sul Parkinson. Ma in futuro, gli abbiamo chiesto, che cosa ti piacerebbe fare?

«Vorrei rimanere nella ricerca, cioè diventare professore universitario e avviare un mio gruppo di ricerca. Nei prossimi anni mi piacerebbe continuare con la mia ricerca qui a Cambridge e in America presso l’università di Harvard, dove abbiamo dei collaboratori. In un futuro non troppo lontano penso di ritornare in Svizzera».

E a proposito di Svizzera e in particolare di Ticino, abbiamo scoperto (anche i giornalisti, a modo loro, sono dei ricercatori…) che un altro giovane ticinese collabora con il prof. Dobson che lavora sul Parkinson. Si tratta di Andrea Cavalli, figlio dell’oncologo Franco Cavalli, attivo presso l’IRB di Bellinzona. Un collegamento tra due ricercatori ticinesi e tra due realtà differenti, ma che ci fanno comunque capire come l’Istituto diretto dal prof. Lanzavecchia sia sempre più coinvolto a livello mondiale nella ricerca. Un bel biglietto da visita per un Ticino troppo spesso masochisticamente sottovalutato.

Fonte: Giornale del Popolo, 18-02-2015